martedì 14 maggio 2013

Guarda che non sono io

Sulla strada, 2012
Per essere malinconica, questa canzone lo è davvero. Ma anche tranchant, fin spietata, in alcune sue parti. Perché questa è la canzone con cui il personaggio pubblico, il cantautore, la rock star, l'idolo delle folle prende le distanze dal suo pubblico, dagli stuoli di osannatori che tendono a vedere in lui l'incarnazione della perfezione.

«Guarda che non sono io – dice De Gregori – quello che ti spiega il mondo, che non ti lascia sola, che non ti tradisce, che ti prende per mano, che ti asciuga il pianto...». Non sono io, Francesco.

Quello che pensi di conoscere, o che vorresti che io fossi, è solo il personaggio pubblico, quello che sale sul palco o sorride davanti alle telecamere. Non quello che la notte torna a casa, o in albergo, sfinito dopo il concerto, che ha una famiglia, che prende il raffreddore, che vive una vita normale, che può lasciarsi sorprendere dalla pioggia mentre esce dal supermercato con i sacchetti della spesa in mano.

 

Il mio amato Pirandello

C'è il Pirandello di "Uno, nessuno e centomila", in questa canzone dalla melodia avvolgente (gli archi sono scritti e diretti da Nicola Piovani). E siccome io amo Pirandello – non l'uomo Pirandello, tanto per rimanere in argomento, ma il Pirandello scrittore –, non posso non lasciarmene coinvolgere.

Perché da un lato esprime il desiderio dell'uomo De Gregori – "schivo" per definizione – di chiarire il confine tra la sua essenza personale e il suo personaggio pubblico. «Se pensi di conoscermi, non è un problema mio», dice al suo fan, chiarendo che oltre un certo limite non è lecito andare. Ma dall'altra sottolinea anche l'angoscia – e forse da qui scaturisce la malinconia della melodia – che è insita in tutti noi, quella di essere soli in mezzo alla gente, di non poter essere conosciuti per quello che veramente siamo.

Del resto, anche quella di De Gregori personaggio schivo, in effetti, non è altro che un'etichetta. E quindi questa canzone potrebbe a sua volta essere travisata – perché scritta e interpretata dal personaggio De Gregori e non dall'uomo Francesco, o viceversa – in un gorgo senza fine di ragionamenti e sensazioni...

 

La frase

La mia frase preferita è la magrittiana:
«Guarda che non sono io la mia fotografia, che non vale niente e che ti porti via». 
Dico magrittiana perché a me viene in mente "Ceci n'est pas une pipe", non so a voi...



Canzoni "collegate"

Se ti piace questa canzone, forse ti potrebbe piacere anche:

• Povero me (Canzoni d'amore, 1992)
• Un uomo dalle spalle larghe (Terra di nessuno, 1987)





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